Come nascono i diamanti e cosa sono i carati?

Amati da molti, ma conosciuti da pochi. Il nome deriva dal greco adamas, che significa invincibile. Il termine richiama la durezza della pietra preziosa, che secondo gli antichi greci derivava dai frammenti di stelle caduti sulla terra. Questa parola riconduce anche alla mitologia che vede le punte delle frecce usate da Cupido fatte di diamante, per simboleggiare il senso di eternità dell’amore.

Per classificarli è fondamentale sapere che si dividono in due categorie: artificiali e naturali.

I diamanti artificiali sono carbonio puro cristallizzato a pressione tra 25 mila e 70 mila chili per centimetro quadrato a temperature tra 1500 e 2000 gradi, quelli naturali, invece, nascono a circa 200 km sotto terra e non è del tutto chiaro come avvenga la loro formazione. Arrivano in superficie con eruzioni vulcaniche e solamente quelli inclusi in un altro materiale, nello specifico la kimberlite, si salvano dalla distruzione.

Perché i diamanti sono così preziosi

Partiamo da un fattore fondamentale: non esistono due diamanti uguali.

I diamanti sono amati da sempre nell’immaginario comune per la loro unicità e brillantezza, e aggiungendo la conoscenza dei metodi di estrazione e lavorazione, sicuramente la percezione della preziosità di questa pietra aumenterà ulteriormente. Per estrarre i diamanti, di norma si esegue un’estrazione a cielo aperto o a pozzo: l’estrazione di superficie prosegue fino ad una profondità di 100 metri, per poi passare all’estrazione sotterranea, permettendo così di evitar il rischio frane. Nelle miniere sotterranee il pozzo principale è posto vicino al camino diamantifero e ha una profondità massima di 1500 metri. Alla fine del pozzo partono le gallerie che entrano direttamente nel suddetto camino.

Le miniere più famose sono la Kimberley e la Premier Mine, entrambe localizzate in Sudafrica.

Reperirli diventa quindi un secondo fattore che li rende così preziosi. Consideriamo poi che, per averli in natura, il carbonio deve cristallizzarsi a determinati parametri di temperatura e pressione.

Questa pietra è considerata preziosa anche per il suo riflettere la luce in maniera così gradevole e per la sua durezza, che la rende pressoché indistruttibile e immune ai segni dell’usura, questo grazie al suo reticolo cristallino di atomi di carbonio disposti in tutta la struttura e in tutte le direzioni che collegano qualunque coppia di atomi adiacenti.

Cosa sono i carati

Per capire il valore di un diamante, gli esperti osservano colore e luminosità, cercando poi con la lente i graffi o eventuali segni di usura che, trattandosi della pietra più dura esistente, non dovrebbero esserci. Un ultimo step per capire se siamo di fronte ad un diamante vero oppure no è il peso specifico, diverso in ogni minerale. Tutti questi fattori sono detti le “quattro C”, che determinano la veridicità e il valore dei diamanti: peso, colore, durezza e taglio.

(se vuoi saperne di più leggi qui https://www.voiceofgold.biz/2019/03/14/le-4-c-del-diamante/)

Ma a proposito di carati, cosa sono? Niente di più che l’unità di peso dei diamanti. Ciascun carato pesa 0,20 grammi, per cui un diamante da 5 carati, ad esempio, pesa 1 grammo.

Qualche curiosità

 

Non ci crederete, ma per la loro estrema durezza i diamanti sono utilizzati anche nell’industria. Ovviamente si tratta di diamanti che presentano delle caratteristiche per cui non potrebbero essere usati per i gioielli, quindi con un prezzo più contenuto e adatto all’investimento delle aziende che si occupano di taglio e molatura, o lavorazione di materiali più duri.

In natura il colore è vario, così come le dimensioni dei cristalli che molto raramente superano quelle di una nocciola. Il record di un diamante grezzo è il diamante Cullinan, trovato nel 1905 nella Premier Mine, pesava 605 grammi, tagliato poi in 105 pietre lavorate.

I giacimenti diamantiferi si dividono in primari e secondari: nei primi i diamanti si trovano ancora dentro la roccia madre, tipicamente la kimberlite, mentre in quelli secondari sono dispersi in rocce sedimentarie spesso incoerenti, come sabbia o ghiaia, e trasportati lontano dai luoghi dove si trovava la roccia madre.

Sai da quando il diamante è diventato l’anello di fidanzamento per antonomasia? Già nel lontano 1477, con l’Arciduca Massimiliano D’Austria che lo diede in regalo a Maria di Borgogna, iniziando così una tradizione che si tramanda da secoli, rendendo questa pietra simbolo dell’amore per eccellenza.