Musy padre e figli, la storia della gioielleria più antica d’Italia

Tutti i luoghi hanno una storia, ma alcune sono più interessanti di altre, come quella che vede protagonista l’oreficeria più antica d’Italia.

La storia

La famiglia Musy era originaria del Massongy, nell’Alta Savoia ora divenuta Francia. Nel 1706, con la liberazione di Torino dall’assedio francese, l’orefice Giacomo Musy decise di trasferirsi nella città ed aprire il suo negozio nei portici del Pavaglione che univa la Reggia a Palazzo Madama, dove la Corte Sabauda aveva preso residenza. La bottega venne aperta insieme al figlio Luigi, da qui il nome della gioielleria più antica d’Italia: Gioielleria Musy Padre e Figli.

L’oreficeria cominciò a lavorare duramente e a servire la Corte Reale, tanto che nel 1765 Luigi di Savoia, nominò Luigi e Claudio, i figli del fondatore Giacomo, orologiai e orefici della Casa Reale. Dopo un periodo burrascoso dovuto alle azioni napoleoniche che avevano portato disordine nel Regno di Sardegna, la gioielleria Musy tornò produttiva grazie al lavoro di Pietro Nicolao, figlio di Luigi e, nel 1787, ottenne la stessa onorificenza da Claudio Emanuele III di Savoia.

A seguito di un incendio che divampò nel padiglione reale nel 1818, la gioielleria dovette trasferirsi in via Po 1, una delle grandi vie commerciali della città che è tuttora sede della bottega. I due figli di Pietro, Carlo Luigi e Stefano Amedeo, decisero di dare una nuova strada all’attività, concentrandosi di più sulla gioielleria e mettendo da parte l’orologeria.

Grazie ai frequenti viaggi in capitali come Parigi e Ginevra, i fratelli Musy poterono prendere ispirazione per la creazione di nuovi ed estrosi gioielli e l’oreficeria divenne ben presto un modello per le nuove generazioni di gioiellerie italiane. Nella seconda metà dell‘800, i dipendenti aumentarono e, grazie al nuovo assunto, l’orefice Carlo Lecchio la gioielleria ebbe un’ulteriore crescita. Anni dopo anche il nipote di Lecchio, il gioielliere Mario Roggero, venne assunto dalla bottega e la famiglia Roggero esercitò l’attività orafa fino al 2011.

Nel 1868, la Principessa Margherita di Savoia incaricò la gioielleria di aggiustare due bracciali, in occasione del suo matrimonio con Umberto I. Ai bracciali vennero aggiungi 34 diamanti montati in oro e argento, per un complesso di 1034 diamanti e 156 carati. Da quel momento, la gioielleria Musy divenne la bottega di fiducia della prima Regina del Regno d’Italia e numerosi loro preziosi entrarono a par parte dei gioielli della Corona.

Con il nuovo secolo, la ditta decise di allestire un suo padiglione all’Esposizione internazionale d’arte decorativa moderna di Torino, esattamente nel 1902. La bottega ottenne un diploma d’onore e nel 1925 la ditta Musy Padre e Figli acquisì la patente di fornitore della Casa Reale da Vittorio Emanuele III.

Tiara componibile da edur.it

Nel corso di tutta la sua attività di oreficeria ufficiale della Casa Savoia, la famiglia Musy creò capolavori spettacolari che si distinguevano per raffinatezza ed eleganza. Tra questi si ricorda il diadema di diamanti e perle, sempre commissionato da Margherita di Savoia, in occasione della nascita nipote Umberto II. Il gioiello aveva la particolarità di poter essere smontato e rimontato in modo da rendere possibile la composizione di sette diademi diversi.

La gioielleria ancora oggi è una delle più famose della città di Torino e, grazie alla sua storia e importanza, è entrata a far parte dei locali storici della città.