Morganite: il fascino discreto di una pietra giovanissima

Varietà pregiata della famiglia dei berilli, di cui fanno parte anche lo smeraldo e l’acquamarina, questa pietra non a caso era chiamata smeraldo rosa, prima che il celebre gemmologo George Frederick Kunz la ribattezzasse morganite, in omaggio al suo finanziatore, il banchiere e filantropo newyorchese Jean Pierpont Morgan.
Nonostante la sua bellezza, la morganite non è tra le gemme più famose al mondo, infatti è possibile che non ne abbiate mai sentito parlare, ma ciò si spiega anche con la giovanissima “età” di questa pietra, rivenuta solo nel 1910 in Madagascar.
Oggi, oltre all’isola africana, i paesi in cui è più estratta sono l’Afghanistan e il Brasile.

I COLORI DELLA MORGANITE
La morganite con la sua caratteristica tonalità rosa ricorda facilmente un pesco in fiore. Le sfumature che la gemma può presentare sono tantissime: se normalmente i suoi cristalli sono molto chiari, possono assumere anche tonalità di colore più scure, dal più pallido rosa pesca allo chic rosa champagne, dal rosa magnolia al salmone, fino al viola chiaro e al lilla pallido.
L’origine di queste particolari colorazioni è da ricercare all’interno pietra: sono infatti le contaminazioni di manganese e ferro presenti nella sua composizione le responsabili del suo bel rosa.
La bellezza della morganite deriva anche dalla straordinaria lucidità e trasparenza: si tratta infatti di una pietra “eye-clean”, ovvero priva di inclusioni visibili ad occhio nudo.
Le varietà più rare presentano un fenomeno di gatteggiamento, effetto luminoso dovuto a intrusioni di cristalli aghiformi, che arricchisce i riflessi di bagliori serici e metallici, ricordando proprio gli occhi di un gatto.

GIOIELLI IN MORGANITE
La resistenza è un’altra caratteristica distintiva del nostro berillo, che per questo ben si presta all’arte della gioielleria. In questo campo la gemma è usata per creare pezzi raffinati, spesso gioielli in oro e argento dal design originale e lievemente vintage, perfetti per dare risalto alla sua particolarissima colorazione rosa pastello.
Un altro suo possibile impiego può essere come oggetto decorativo, lasciata quindi grezza, sul luogo di lavoro o sul piano di un mobile.
La maison che più di tutte ha reso più celebre la morganite, utilizzandola molto spesso nelle sue collezioni di alta gioielleria, è Tiffany & Co, come nel maestoso collier Anniversario in platino, con una morganite tagliata a cuscino da 175 carati, legata ad un nastro di diamanti bianchi, per il prezzo da capogiro di 275.000$. Fu proprio Tiffany ad introdurre l’uso di questa pietra in gioielleria, grazie alla collaborazione con il gemmologo Kunz, “cacciatore” di gemme per il prestigioso brand. Per merito suo furono scoperte e usate per la realizzazione di preziosi non solo la morganite, ma anche la kunzite, la tanzanite blu e la tsavorite.
In commercio esistono esemplari di morganite trattati con alte temperature e irraggiamento luminoso, al fine di rimuovere la componente gialla dalla pietra, ed ottenere una colorazione rosa più satura e intensa. Purtroppo si trovano con abbastanza facilità anche esemplari di morganite sintetica, creati con metodi di sviluppo idrotermico dei cristalli: per questo motivo, per essere certi di acquistare una gemma autentica è opportuno rivolgersi ad un gemmologo esperto.
Si tratta senza alcun dubbio di una pietra molto raffinata da indossare, preziosa ma senza risultare eccessiva. Dovevano pensarla già così negli Stati Uniti degli anni ’30, quando infatti vigeva l’usanza di donare alle debuttanti un anello con morganite da indossare rigorosamente al dito medio della mano destra.

 

Fonte immagine: luxedo.it