Il diamante sintetico: cos’è e quanto costa?

Chi ama i diamanti conosce sicuramente il trend che vede l’aumento di quelli prodotti artificialmente. Precisiamo subito che il diamante sintetico non è illegale, a condizione che venga dichiarato tale e non venduto come vero. Un diamante artificiale ha caratteristiche ben definite, non è un diamante vero, ma nemmeno una pietra qualsiasi. Mostra una brillantezza e una bellezza notevoli e spesso suscita un interesse ben maggiore verso chi è consapevole di non voler o poter spendere i soldi che che l’acquisto di un diamante vero richiede.

Come si riconosce?

Prendiamo come esempio lo zircone, pietra sintetica facilmente distinguibile da un diamante vero anche dai non esperti, grazie ad alcune differenze sostanziali. La durezza prima di tutto: un diamante vero è il minerale più duro al mondo, rimarrà perfettamente intatto anche se lo sfreghiamo, se è sintetico tenderà invece a scheggiarsi più facilmente.

Altro campanello d’allarme riguarda la rifrazione della luce. Se un raggio puntato su un lato della gemma risulta visibile dall’altra parte, non ci troviamo davanti a un diamante vero. Ma senza dubbio il metodo più sicuro per riconoscerli è quello di misurare il peso specifico: quello dello zircone è quasi il doppio di quello di un diamante reale, pari a circa 0,2 grammi per carato.

Infine, se abbiamo intenzione di acquistare un diamante vero, è sempre meglio procedere solo in presenza di un certificato di identificazione, obbligatorio anche per altri tipi di pietre.

 

Il processo di creazione

Il diamante sintetico si ottiene a seguito di un particolare procedimento tecnologico, a differenza del cugino più pregiato che invece è frutto di un processo di natura geologica. Quando sentiamo parlare di diamante HPHT, siamo in presenza di un diamante creato artificialmente: l’acronimo esplica il metodo di produzione, “high pressure high temperature“, che consiste nell’unione di temperatura e pressione molto elevate.

Uno dei paesi che per primi ha sperimentato la creazione di questa pietra è la Russia, seguita successivamente da Stati Uniti e Svezia. Sembra che la prima sintesi riproducibile risalga addirittura al 1953. Oggi la ricerca sui processi di produzione continua e non solo per il mercato dei gioielli: il diamante sintetico può trovare incredibili utilizzi anche nel campo dell’elettronica e dell’energia (all’interno dei rivelatori a raggi ultravioletti).

 

Quanto costa?

In generale, il diamante artificiale ha un valore molto inferiore rispetto a quello del diamante vero. Sul mercato ne troviamo per tutte le tasche, da pochi euro fino a cifre già considerevoli. Più è costoso, più il processo tecnologico che lo ha prodotto è stato raffinato e, di conseguenza, avrà generato una pietra più brillante e apprezzabile.